Omelia Domenicale - Unità Pastorale di Pollenzo Macellai e Pocapaglia

Vai ai contenuti
5° Domenica di Quaresima (Anno A)                                      Vangelo: Gv 11,1-45
LE LACRIME DI DIO,
FONTE D'AMORE

Nella vita degli ami­ci di Gesù irrom­pono la morte e il miracolo. Se tu fossi stato qui mio fratello non sareb­be morto. Decisamente, co­me si fa con chi amiamo, Marta rimprovera l'amico: va diritta al cuore di Gesù, e Gesù va diritto al cuore delle cose: Tuo fratello ri­sorgerà! E Marta: So che ri­sorgerà nell'ultimo giorno. Ma quel giorno è così lon­tano dal mio desiderio e dal mio dolore.
Marta parla al futuro: So che risorgerà, Gesù parla al presente: Io sono, e incide due parole tra le più im­portanti del Vangelo: Io so­no la risurrezione e la vita. Sono colui che adesso, qui, fa rinascere e ripartire da tutte le cadute, gli inverni, gli ab­bandoni. Notiamo la successione delle due parole «Io sono la Risurrezione e la vita». Prima viene la Risurrezione, poi la vita, e non viceversa. Risurrezione è un'esperienza che interessa prima di tutto il nostro presente e non solo il nostro futuro. A risorgere sono chiamati i vivi, noi, prima che i mor­ti: a svegliarci e rialzarci da tutte le vite spente e im­mobili, addormentate e i­nutili; a fare cose che rimangano per sempre: Da morti che eravamo ci ha fatti rivivere con Cristo, con lui risuscitati. La vita avanza di risurre­zione in risurrezione, ver­so l'uomo nuovo.
Gesù si commosse profon­damente e scoppiò in pian­to. Dissero allora: Guarda come lo amava! Piange e le sue lacrime sono la sua di­chiarazione d'amore a Lazzaro e alle sorelle. Dio piange e piange per me: so­no io Lazzaro, io sono l'a­mico, malato e amato, che Gesù non accetta gli sia strappato via. Dalle lacri­me di Dio impariamo il cuore di Dio. Il perché della nostra ri­surrezione sta in questo a­more fino al pianto. Risor­giamo adesso, risorgeremo dopo la morte, perché a­mati. Il vero nemico della morte non è la vita ma l'amore. Forte come la morte è l'a­more, dice il Cantico. Ma l'amore di Dio è più forte della morte. Se il nome di Dio è amore, allora il suo nome è anche Risurrezio­ne.
Lazzaro, vieni fuori! Libe­ratelo e lasciatelo andare. Tre parole per risorgere, tre ordini che risuonano per me: esci, liberati e vai. Con passo libero e glorioso, per sentieri nel sole, in un mondo abitato ormai dal­la più alta speranza: qual­cuno è più forte della mor­te.

Chiediamoci: quale rapporto abbiamo con la Parola di Dio? È per noi una Parola morta e senza vita, una Parola che non parla e non ci dice niente,… o una Parola viva, che ci fa vivere, che ci pulsa dentro, che riscalda il nostro cuore? La risposta che Gesù dai ai sadducei è praticamente questa: “Voi, in realtà, non conoscete la Scrittura, perché per voi essa è lettera morta; non solo, ma non conoscete neppure la potenza di Dio (di cui infatti dubitate ed ironizzate), che è potenza di vita e non di morte”!
Qui la vita fa un salto di qualità: che tristezza sarebbe l’eternità se fosse soltanto la prosecuzione eterna di questa vita terrena con le sue ingiustizie, i suoi mali, le sue sofferenze, i suoi dolori! Con la resurrezione, la vita viene purificata da tutto ciò che di negativo c’è stato, ed il positivo trasformato in una dimensione infinita. Gesù poi richiama i sadducei su questo fatto: “Avete letto le Scritture come se non le aveste lette”. Chiaro riferimento ad Esodo 3, dove Dio chiama Mosè dal roveto ardente e gli dice il suo nome: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Ebbene, se essi fossero morti, Dio non sarebbe altro che il Dio dei morti, ed allora avrebbero ragione i sadducei; ma se Dio è il Dio della vita, essi allora sono vivi, perché la sua Alleanza è per sempre, e quindi i sadducei sono in grave errore!
I sadducei sono dei credenti molto credenti, solo che credono nel Dio della morte; ma il Dio di Gesù Cristo è il Dio della vita, e dunque della Resurrezione, della gioia, il Dio che rialza chi è caduto. Anzi, tutto nella prospettiva di Gesù è orientato a questo, al Dio che rialza, al Dio vero: è da questa prospettiva che va pensata, capita e creduta la Resurrezione! Noi, fondamentalmente, non sappiamo come avverrà la Resurrezione (anche se dai Vangeli delle apparizioni del Cristo Risorto possiamo intuire qualcosa), ed onestamente non ci interessa saperlo ora (quando sarà il nostro momento, lo vedremo!): ciò che conta veramente, adesso, è credere in questo Dio della vita! Anche perché, in tutta verità, la fede nella Resurrezione non va data affatto come scontata (grave errore che commettiamo noi preti verso la nostra gente): un problema che era già presente ai tempi dei primi cristiani (“ci sono alcuni che non credono”, ha scritto Giovanni nella sua Apocalisse), ed anche tra di noi oggi (una recente indagine ha rivelato che molti si dicono cristiani anche se non credono, o ci credono poco, nella Resurrezione). E noi, come sacerdoti, ci crediamo davvero in questa Resurrezione, od abbiamo i nostri dubbi in proposito?
Ecco la prova del nove: abbiamo il desiderio di vedere Dio faccia a faccia dopo la morte? Da una parte, è naturale che la morte ci faccia paura (anche Gesù ha avuto paura di morire, nell’Orto degli Ulivi), e sarebbe assurdo che non fosse così; ma accanto a questa paura, ci dovrebbe essere forte il desiderio di incontrarlo, di poterlo guardare negli occhi. Insomma, questo nostro abbandono tra le braccia del Padre è l’apice della nostra fede.
Indimenticabile è la frase papa Giovanni ha detto al suo segretario che stava piangendo sul suo capezzale: “Vedi quella porta? Ecco, al di là di quella porta c’è il Signore che mi sta aspettando!”. Certo, il nostro mondo, la nostra società sono il tempo in cui la malattia, la morte sono considerate dei tabù di cui non si deve parlare: sta a noi rompere questo falso silenzio, e parlarne.



PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: La fiducia e la confidenza di Marta e Maria diventano anche la nostra preghiera a Gesù. Diciamo insieme: Donaci la vita eterna, Signore.
Signore Gesù, amico di Lazzaro, Marta e Maria. La Chiesa sappia esprimere in scelte concrete e quotidiane la vicinanza a tutte le persone che cercano in noi un segno del tuo amore. Preghiamo.

Signore Gesù, che condividi il dolore dei tuoi amici. Aiutaci ad essere concretamente vicini alla sofferenza di quanti sono in difficoltà per malattia, lutto, mancanza di lavoro, solitudine e ogni altra forma di male. Preghiamo.

Signore Gesù, che raccogli il lamento di Marta. Donaci lo Spirito per rispondere alle attese di chi cerca nel Vangelo la strada che porta alla vera gioia. Preghiamo.

Signore Gesù, che inviti Marta ad avere fede in te. Accompagna quanti vivono questa quaresima come occasione grande per crescere nel tuo amore e nell’adesione al Padre. Preghiamo

Signore Gesù, che liberi Lazzaro e ti manifesti come fonte di vita. Anche l’Eucaristia che celebriamo doni a tutti una forza nuova per lottare contro il male e lasciarsi liberare dal peccato. Preghiamo





Celebrante Accogli la nostra preghiera, o Padre ,che ci dai la vita e ce la ridoni attraverso il tuo Figlio Gesù.
Created with WebSite X5
Torna ai contenuti