Azione Cattolica Italiana
ALBANIA CHIAMA ALBA
Pocapaglia c’è!
Come molte esperienze significative, anche questa è nata da un incontro: in questo caso dall’incontro con Don Berto Rolfo, sacerdote giuseppino originario di Pocapaglia, in provincia di Cuneo che insieme a tre confratelli e ad una missionaria laica ha dato vita all’“Opera sociale Murialdo”. L’entusiasmo di Don Berto nell’invito a lasciarsi coinvolgere in prima persona e a rendersi disponibili a vedere da vicino una realtà fino ad allora conosciuta solo attraverso le immagini, spesso stereotipate, proposte dai mass-media, hanno convinto un gruppo di educatori ed insegnanti nell’estate del 1996 a recarsi a Fier.
Prime forme di collaborazione
Dopo il ’96 diverse persone della diocesi di Alba sono state a Fier: nell’agosto del ’99 si è collaborato con gli educatori del posto alla preparazione e alla realizzazione di un campeggio per ragazzi e di una tre giorni di formazione spirituale per giovani tra i 18 e i 25 anni.
Nell’estate del 2000 una volontaria ha condiviso la vita della comunità e ha partecipato alle attività dell’oratorio e del campeggio.
Ma il risvolto più significativo dell’incontro con la realtà albanese è senz’altro la presa di coscienza della necessità di superare le chiusure, tentando se non di capirla, per lo meno di confrontarsi con essa, cercando di coglierne la complessità e gli aspetti talvolta drammatici. I padri Giuseppini hanno avuto un ruolo molto importante in questo senso: la loro conoscenza dell’Albania e il loro intervento sul territorio, pienamente rispettoso della cultura di questo popolo, sono stati un punto di riferimento fondamentale per tutti gli “ospiti” del Centro Murialdo.
L’Azione Cattolica di Alba, consapevole del valore della testimonianza di chi è impegnato in prima persona nell’opera missionaria, ha organizzato con i Giuseppini di Fier, in Italia per brevi periodi estivi, molti incontri che hanno costituito un importante fattore di sensibilizzazione rispetto alle opportunità di scambio tra la nostra realtà e quella albanese.
Parallelamente in questi anni il Servizio Stranieri di Alba ha incontrato diversi cittadini albanesi favorendo un loro inserimento socio-lavorativo nel tessuto albese. L'interesse a costruire forme di cooperazione con questa realtà dell'Est-Europa così come la volontà di allargare la conoscenza dell'Albania e del suo patrimonio culturale a più persone hanno posto le basi per la collaborazione tra l'Azione Cattolica albese e il Comune di Alba.
I due soggetti hanno così organizzato un Convegno di studi dal titolo "Albania un Paese da conoscere", tenutosi ad Alba il 29 settembre 2001. L’iniziativa, inserita all'interno del progetto "I tanti Mondi della città" promosso dal Servizio Stranieri e dall'Ufficio della Pace – Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Alba e finanziato da un contributo economico della Regione Piemonte attraverso la Legge 67/95 "Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale", ha rappresentato un primo passo nella costruzione di nuove forme di collaborazione tra le realtà produttive e di formazione professionale delle città di Alba e di Fier. Dopo il Convegno "Albania un Paese da conoscere" l'Engim ONG (Ente nazionale Giuseppini del Murialdo), ha proposto un possibile coinvolgimento della città di Alba nel progetto "Centri di Aggregazione giovanile", finanziato dal Dipartimento Affari Sociali- Presidenza del Consiglio, di cui l'Engim è soggetto attuatore.
Nel gennaio del 2002 una delegazione albese, composta da rappresentati comunali della città di Alba e rappresentanti dell'associazionismo locale, ha partecipato ad un primo viaggio di conoscenza-scambio con la città di Fier. Il viaggio ha permesso di conoscere maggiormente la realtà socio-economica albanese e di individuare la possibile destinazione del contributo previsto dal progetto "Centri di Aggregazione giovanile" che, nel mese di marzo 2002, si è concretizzato nell’acquisto di quattro computer, una stampante e una fotocopiatrice per l’ufficio Anagrafe e l'Ufficio del lavoro del Comune di Fier. Inoltre il viaggio della delegazione ha permesso di individuare nuove forme di collaborazione tra la città di Fier e la città di Alba, avviando scambi e iniziative di volontariato.
Nell’ambito di tali iniziative si colloca la presenza di una volontaria albese che, dopo varie esperienze di collaborazione con il centro Murialdo a partire dall’estate del ’99, ha scelto di trascorrere sei mesi presso la comunità dei Giuseppini di Fier dove ha affiancato i missionari italiani e gli operatori albanesi nella loro opera sociale e di promozione umana nelle realtà più povere. La presenza di questa volontaria in Albania ha facilitato il coordinamento del progetto di collaborazione tra Alba e Fier, dove ha avuto occasione di tenere i contatti con scuole ed istituzioni, di conoscere in modo più approfondito la realtà albanese e di individuare, insieme ai Padri Giuseppini e agli operatori sociali albanesi, le varie possibilità di intervento.
Gemellaggi
Uno degli obiettivi raggiunti dal progetto è l’avvio di gemellaggi tra scuole: si è costituito un legame tra la scuola d’arte di Fier e il liceo artistico di Alba, che ha rappresentato l’occasione per sensibilizzare gli studenti sul rapporto tra culture diverse e sui processi migratori dell’Est Europa. In quest’ottica il comune di Alba e il Centro Murialdo hanno lavorato a lungo per rendere possibile la partecipazione di un gruppo di studenti albanesi, insieme a giovani albesi e bosniaci, ad un seminario residenziale a Zavidovici sulle tematiche della non-violenza, della xenofobia e del razzismo nell’ambito del Progetto “Un ponte per i Balcani”.
Un’altra iniziativa significativa che ha coinvolto gli studenti di Fier è stata la partecipazione della scuola d’arte di Fier ad un concorso di disegno su stoffa promosso dalla ditta Miroglio di Alba: i lavori prodotti dai ragazzi sono stati valutati da esperti della stessa ditta. Sono state quindi assegnate tre borse di studio ai vincitori e si è destinata una parte del premio all’acquisto di un pianoforte a muro per l’istituto. I disegni degli studenti sono stati esposti in una mostra tenutasi ad Alba nel mese di giugno. È stata anche avviata una collaborazione tra il centro di formazione professionale di Alba e ed un istituto industriale di Fier: il centro Apro si è infatti reso disponibile ad inviare testi e programmi e a promuovere attività di formazione di docenti albanesi.
Ora, da alcuni anni, è attivo il gemellaggio tra la Scuola Secondaria e Primaria di Pocapaglia con le scuole di Fier, Berat e Valona, con raccolta fondi da parte dei ragazzi di questa scuola e dell'Azione Cattolica parrocchiale durante il periodo natalizio, con adozioni a distanza da parte dei gruppi di catechismo e mercatino. La sensibilizzazione avviene con la testimonianza personale di p. Berto, quando è in vacanza, a luglio, sia durante le omelie, con incontri specifici con adulti e famiglie, ed interventi sia ai campi scuola diocesani sia a tavole rotonde con altre realtà (ufficio missionario, caritas, migrantes)
La formazione degli insegnanti
Sempre nell’ambito della formazione degli insegnanti, si è costituita un’équipe di docenti di scuola media, elementare e materna che ha avviato corsi di aggiornamento ad Elbasan nell’agosto del 2002 e, negli anni successivi, fino ad oggi, a Fier, Girokastro, Valona, Berat e Saranda, coinvolgendo docenti albanesi di scuole private e pubbliche materne, elementari, medie e professionali. E' stata ripresa così una iniziativa che l'ACI aveva già avviato in precedenza e poi interrotto.
Gli obiettivi dei corsi riguardano la creazione di occasioni di scambio e formazione tra insegnanti italiani e albanesi e tra le stesse insegnanti albanesi circa le metodologie, le attività didattiche, le linee generali psicopedagogiche dei programmi scolastici da realizzare nelle stesse realtà scolastiche.
La metodologia utilizzata è basata sulla ricerca-azione, realizzata con momenti assembleari, lavori di gruppo, attività con materiale audiovisivo.
Il lavoro è strutturato in due momenti giornalieri così suddivisi: lezione frontale, lavori di gruppo e assemblea al mattino; incontri tra i membri dell’equipe per la programmazione e la verifica in itinere, al pomeriggio.
L’équipe dei docenti italiani, coordinati dall'Azione Cattolica Italiana, opera in stretta collaborazione con le missioni cattoliche delle varie città, dove viene accolta calorosamente e supportata per ogni necessità trovando a propria completa disposizione tutta la documentazione, la strumentazione per la comunicazione e per la formazione: video, computer, libri, fotocopiatori…
Il tutto si svolge in stretta collaborazione con i direttori delle scuole private e delle varie Direzioni Scolastiche statali albanesi attraverso le Ispettrici ed alcune insegnanti che curano in modo appropriato ed efficace:
- le relazioni, sia con le insegnanti della propria scuola e delle scuole statali della città, sia con i rappresentanti del Provveditorato;
- il soggiorno dell’équipe presso il loro Centro;
- l’organizzazione del lavoro di traduzione
- la conoscenza dell’ambiente socioculturale della città attraverso visite ai luoghi più significativi ed incontri informali e ufficiali in Provveditorato e con alcune direttrici e docenti presso le loro scuole.
Alta è la partecipazione dei docenti di scuola materna ed elementare, per un totale di 15-20 ore per corso, riconosciute con attestato del locale Provveditore agli Studi.
Il lavoro dei tecnici
In questi ultimi anni si è aggiunto un contributo molto importante riguardo all’intervento di tecnici esperti in materiale informatico ed elettrico che, organizzandosi con mezzi propri per portare direttamente nelle missioni questo ed altro materiale necessario, intervengono in contemporanea ai corsi per installare e rinnovare impianti e software obsoleti.
La determinazione da parte dell’équipe a proseguire questi corsi viene dall’incontro con insegnanti preparate, disponibili, attente e appassionate, anche se spesso costrette ad operare in condizioni veramente difficili: strutture fatiscenti, carenza di sussidi e strumenti, inadeguatezza dei programmi scolastici e scarso riconoscimento economico del loro lavoro. Le religiose e i religiosi italiani hanno attrezzato le loro scuole nel modo migliore, per accogliere i bambini in luoghi ospitali, all’insegna del decoro e della sobrietà.
Le scuole sono aperte indistintamente a bambini e ragazzi musulmani, ortodossi e cattolici che nell’Albania del sud rappresentano una minoranza. L’atteggiamento di apertura di questi missionari favorisce il loro maggiore inserimento nel tessuto sociale e li rende testimoni credibili del messaggio evangelico dell’amore fraterno ed incondizionato.
Dalle loro storie abbiamo intuito quanto sia stato difficile avviare queste comunità in un paese dal contesto storico e sociale particolarmente travagliato e come tutto ciò sia stato poi realizzato grazie al coraggio e alla fiducia che vengono dall’affidarsi totalmente a Dio. Le tappe del loro cammino missionario sono simili tra loro; quasi tutti hanno abitato in baracche, senza luce ed acqua corrente, trovando spesso difficoltà con le amministrazioni locali per ottenere permessi e licenze edilizie. Anche se adesso le loro comunità possiedono strutture adeguate e funzionali, continuano nella loro opera, ampliandole e migliorandole sempre più.
In questi anni la riflessione, il confronto e la verifica comuni hanno fatto evolvere l’impostazione dei corsi, ma anche i rapporti tra noi formatori, con i missionari, con gli insegnanti, e addirittura con noi stessi, non senza momenti di smarrimento e di tensione. La corrispondenza scritta, ricca di programmi, verifiche e proposte, intercorsa tra noi e i referenti per le scuole cattoliche private in Albania, sono solo un piccolo esempio di questi cambiamenti che sottintendono ripensamenti sulla funzione docente, sulle metodologie, sulla scuola pubblica e privata, sul ruolo dei formatori, dopo la comparazione emersa in modo sommesso, poi lentamente e con una certa fatica praticata.